tratto dall’opera di Franz Wedekind “Risveglio di primavera”
Teatro Arsenale #1 2007 – Teatro Out Off 2017 #2
diretto da Mattia Sebastian
RISVEGLI #1 – 2007
Teatro Arsenale
Il dramma, “Risveglio di primavera”
(che ha come sottotitolo “La tragedia della gioventà”, e la relativa dedica del lavoro a insegnanti e genitori), pone l’accento sulla scoperta, da parte degli adolescenti, del mondo ipocrita degli adulti: il risveglio sta a simboleggiare l’affacciarsi sul mondo delle nuove generazioni che vengono però schiacciate e soffocante dalla stupida ottusità di una cultura dominante che viene loro imposta e non spiegata.
La mancanza di comunicazione smuove nella vita di questi giovani lotte e paure, repressioni e slanci incontrollabili, con gli istinti che rimangono potenze senza controllo e maturazione.
La forza naturale, che mette in pericolo la disumana morale di un barbaro ordine sociale, è l’elemento esplosivo che da solo mette in moto una rivolta con l’uso della sessualità e dei suoi aspetti più morbosi, oscuri e crudi, più veri e più puri; e proprio nell’innocenza sessuale vissuta (e negata) da Wendla, Moritz e Melchiorre nella morsa dell’istinto e della morale, si consuma la lotta tra la vita e la non vita, eros contro thanathos.
Nel nostro spettacolo, che propone solo alcune parti del dramma, troviamo un gruppo di giovani studenti che inscenano il dramma proponendolo come atto d’accusa contro le imposizioni. Si assumono l’onere, nel gioco scenico, di interpretare tutte le categorie dei personaggi previsti da Wedekind:
1. I maestri, intimamente e mortalmente legati alla sorte dei ragazzi, grotteschi figuri, caricature tipiche di quella società borghese che non vede al di là di esami e disciplina, e una salda moralità da insegnare.
2. I genitori, non caricature, veramente preoccupati per i loro figli che comunque contribuiscono alla catastrofe poiché si fanno garanti delle regole sociali accettandole passivamente.
3. I ragazzi tra cui spiccano Moritz, suicida per i sensi di colpa nei confronti dei propri genitori; Wendla che muore per un aborto praticato furtivamente (che viene qui interpretato in un giro di parti da più studentesse); Melchiorre condannato al riformatorio e che rinnoverà, dopo la tragedia di Wendla e la sua fuga verso la libertà la sua sfida alla vita (o alla morte).